A Gio

Giovanna, rimembri ancora
quel tempo della tua vita newyorkese,
quando lo shopping imperversava
nelle giornate tue oziose e fuggitive,
e tu, lieta e giocosa, il limite
di spesa oltrepassavi?
Sonavan le quiete
stanze di Saks, e le commesse d'intorno,
al tuo perpetuo saldo,
allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di vaporizzar Jacobs, Rodriguez e de la Renta.
Era il gennaio di svendite goloso: e tu solevi
così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
e raggiungevati nello sfrenato acquisto.
Miravan Barney, Bergdorf e,
le dorate vie dell’upper west,
e quinci il village da lungi, e quindi il soho.
Lingua mortal non dice
quel ch’io spendeva al giorno.
Tu pria che l’estate abbronzasse i nostri visi,
te ne sei ita sola o tenerella.
Qui ci resta soltanto la metà tua e il tuo ricordo.
Ma la speme nostra è di riavervi uniti a fianco,
perché questa è la sorte delle umane genti.
A presto Gio!